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Eccomi
qui, a recensire un altro M/M sci-fi. Per i profani, sci-fi indica i
romanzi di fantascienza, e quel rumore che sentite in sottofondo è
il mio sospiro affranto. Perché nonostante ami alla follia questo
genere, vengono pubblicati davvero pochi romanzi sci-fi con una forte
componente romance, e di quei pochi si contano sulle dita di una mano
quelli che ho apprezzato. Anzi, su un unico dito:
Marie Sexton!
Così,
quando Bubbetta mi ha affidato questa recensione, ho avuto paura:
avrei letto un altro romanzo stupendo, o sarei arrancata nella noia.
Beh... Vi dirò la verità: ho impiegato quasi due mesi a leggerlo.
Mi sono arenata a metà, sono usciti altri mille romanzi stupendi, e
mi sono bloccata. Perché, vi starete chiedendo? Ora ci arrivo...
La
trama è a dir poco stupenda, nella sua semplicità. Siamo nel
futuro, non meglio specificato. Nello spazio e nei mondi alieni. E
abbiamo Kyle, soldato gravemente menomato nel corpo – e nella
psiche -, che accetta di rintracciare una spia nemica in cambio di
una guarigione completa.
Pensateci:
un unico lavoretto, e poter tornare a sentirsi un uomo utile, e
guadagnarsi così il rispetto dei propri simili, perso a causa di un
handicap fisico. È facile capire perché Kyle accetti, così come è
facile vedere in Kyle una figura attuale. Quanti soldati menomati
vediamo ogni giorno al telegiornale? La fantascienza è solo una
scusa per veicolare un messaggio molto più vicino a noi.
E
poi abbiamo Grimm, leader di un gruppo di mercenari che viaggia
assieme a Kyle. Quest'uomo mette profondamente in confusione il
soldato: pur venendo dallo stesso mondo di Kyle, e quindi abituato a
vedere nella menomazione fisica una debolezza, approccia più e più
volte il soldato, fregandosene delle sue condizioni.
Oltre
alla tematica sui soldati feriti in guerra, abbiamo delle parti molto
interessanti sul governo che regola questo “spazio”: agisce per
il bene delle popolazioni? O usa gli alieni mutanti e “cattivi”
per nascondere le proprie macchinazioni? Ma soprattutto: questo
discorso vi ricorda qualcosa? Non vi sembra stranamente familiare?
Naturalmente
non posso dirvi altro, tranne menzionare Inverno, uno dei personaggi
femminili più originali che abbia mai letto, nel genere M/M.
Ma
veniamo alle note dolenti: la componente fantascientifica. Come saprà
chi ha letto la mia recensione di “Spazio di tenebra” della
divina Sexton, saprà che non è facile in questo genere far capire
bene al lettore l'ambiente in cui si muovono i personaggi, senza
cadere nell'infodump.
Questa
parola, se non lo sapete, è il corrispondente letterario de “il
troppo stroppia”: troppe informazioni che soffocano la trama.
Eppure, se se ne danno troppo poche, il lettore non capisce ciò che
c'è attorno ai personaggi, e in un romanzo di fantascienza questo è
un problema enorme.
L'autore,
in questo caso, ha peccato di infodump: l'intera prima metà del
libro è un arrancare fra termini inventati per descrivere pianeti,
razze, politica, società, di tutto! Ecco perché non posso dare più
di 3 arcobaleni, e già sono stata di manica larga: se non fosse
stato per i temi, così terribilmente attuali nella nostra società,
mi sarei fermata a due arcobaleni. Vale la pena di leggerlo? Certo
che sì! È necessario un dizionario italiano/sci-fi? Purtroppo...
PINKIE
***
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