24 mag 2016

Recensione: "Text Me" di Cristina Bruni.



Un nuovo romanzo della Bruni. Secondo voi me lo lascio scappare? Beh, in realtà è un vecchio romanzo, uscito un paio di annetti fa cartaceo e solo ora in ebook. Non conosco le motivazioni dietro a questa scelta, ma grazie al cielo “Text me” è uscito anche digitale, perché merita davvero!

Ma un passo alla volta: siamo in Inghilterra, a Londra, fra college, tipici pub e pinte di birra.
Walter, il professor Ferguson, si trova alle prese con un problema nuovo, per lui: è innamorato di Jude. Lui, etero ogni oltre dubbio, si è preso una cotta monumentale per Jude, al 100% maschio. Credeva fosse attratto solo dal suo cervello, fin troppo brillante, ma deve ammettere che anche il suo corpo non gli dispiace.
Un bel problema, se si è vissuti per i primi trent'anni della propria vita da etero. Ma se vi dicessi che questo è il minore dei problemi per Walter? Sì, perché Jude è un suo studente, neanche ventenne.

Jude è un giovane genio, uno di quelli che ti fanno sentire una nullità appena aprono bocca, eppure a Walter questo sembra piacere. Io personalmente avrei preso a calci nei denti Jude da mattina a sera, ma se a Walter piace...

La solitudine offre riparo.
No, Knight, sono gli affetti a offrirtelo.
Non ho affetti, prof.

Il ragazzo non è etero e non è gay. Per come l'ho vista io, è troppo giovane e troppo asociale per essersi posto il problema della propria sessualità. Senza contare che Jude non sprecherebbe mai il suo preziosissimo tempo per qualcosa di così superficiale.

L'intero romanzo vede Walter bloccato dal suo mantra:

Non si può, non sta bene.

Non si può amare un uomo, non si può amare un ragazzino, non si può amare un proprio studente. Alla fine è proprio questo ultimo scoglio che lo blocca.

Hai appena detto che sei attratto da questo ragazzo. Insomma, siete entrambi maggiorenni...
Sì, ma è un mio studente. Non si può, non sta bene... Non è etico.

Non ha tutti i torti, ma non si può smettere di vivere per l'etica degli altri. E Jude cerca di farglielo capire, con il suo particolare metodo da adolescente/genio/asociale. Un continuo tira e molla, un provocare per poi mandare tutto a quel paese con una frase sbagliata. Perché Jude è giovane, non sa come comportarsi sia a causa della sua età, sia per la sua fobia verso tutto ciò che è “sociale”, e basta un attimo per combinare un casino.

Naturalmente non posso dirvi come va a finire, ma posso dirvi che nonostante volessi uccidere Jude, trovo che fra i due protagonisti sia quello tratteggiato meglio. Ha una personalità particolare ed è stata resa benissimo. Walter al contrario è dolce e gentile e non è la mia tipologia preferita di personaggio. Tuttavia si inserisce nel romanzo, perché anche nella vita di tutti i giorni si incontrano anime nobili come il professor Ferguson.

Quindi bella storia, bei personaggi, tutto bellobellobello. E allora qual è il problema?
Dopo aver letto “Text me” sono andata a rileggere la recensione che avevo fatto di “Loves from the world” [RECENSIONE]con Cinderella e avevo annotato lo stesso errore che c'è in “Text me”: POV ballerino. Il punto di vista dovrebbe alternarsi fra Jude e Walter, ma in realtà spesso salta da uno all'altro, con incursioni della sorella di Walter. Stessa cosa per il tempo (non verbale, ma proprio ciò che succede ora e ciò che è successo prima): quando uno dei personaggi ricorda cosa passate non lo si capisce e ci si ritrova a rileggere la stessa frase tre volte per darle un senso. E questo dall'autrice che avevo lodato per il suo uso dei flashback!

Inizialmente pensavo che fosse colpa dell'esperienza: questo romanzo è di qualche tempo fa e magari la Bruni non aveva ancora aggiustato questo suo errore nello scrivere. In fin dei conti in “Sette giorni” (edito Triskell) non ho notato il POV ballerino o il tempo che va su e giù neanche avesse una DeLorean volante.
Quindi sì, è qualcosa che va imputato all'autore: un errore, né più né meno. Tuttavia mi sono resa conto che questo romanzo non è un self. È stato pubblicato da una CE e quindi editato: errori del genere sarebbero dovuti essere corretti in sede di editing. E mi fanno anche arrabbiare: si fa pelo e contropelo ai self che dimenticano una virgola e poi troviamo errori così grossolani in un romanzo edito da CE?
Ora mi calmo, bevo una tisanina rilassante e vi dico: 4 arcobaleni.
Sono stata fino all'ultimo indecisa su quanti arcobaleni dare: 4 e mezzo o solo 4? La questione del POV e del tempo mi innervosiva, ma mi dicevo che non è colpa dell'autore se altri non hanno fatto il loro lavoro. Eppure io valuto il romanzo nel suo insieme. Ho letto il romanzo “ufficiale”, non una bozza non corretta dall'editore. E quindi 4 arcobaleni sia, anche se la tisana rilassante non sta facendo molto effetto...


L’amore non ha paletti, caro, e nemmeno un sesso.


Pinkie

19 mag 2016

Autori MM Romance Meeting 2016.




Signore e signori, manca poco alla seconda edizione del MM Romance Meeting, spettacolare evento in cui tutti noi potremo ascoltare i nostri autori preferiti, stringere loro la mano, imbavagliarli e rapirli.
Troppo esagerato?
Se lo dite voi...
Purtroppo quest'anno non potremo esserci, quindi abbiamo pensato di riunire in questo articolo tutti gli autori presenti, in modo da rendervi più semplice l'organizzazione dei rapimenti. Aggiorneremo l'articolo per ogni nuovo autore iscritto, quindi controllate il blog per rimanere sempre informate!
Abbiamo recuperato i dati dal sito ufficiale del meeting, che trovate qui: https://mmromancemeeting.wordpress.com/


CRISTINA BRUNI

Cristina Bruni è

15 mag 2016

RainbowRecensione: "Con il fiato sospeso" di Charlie Cochet.





Secondo capitolo delle avventure della Destructive Delta. Capitolo che parla molto di Dex, di Sloane, di quel mentecatto schizzoide di Isaac Pierce. Ma ci mostra anche lati interessanti di Calvin, Hobbs, Cael e Ash. Ohhh sì, non vedo l’ora di sapere tutto su Ash!

Alla fine del primo libro Sloane aveva acconsentito a proseguire la “cosa” con Dex, rimanendo sempre sul vago e guai a dar un nome ai sentimenti. Non che ora Sloane abbia visto la luce, anzi, direi che siamo sempre nella fase negazionista. Sì, con Dex sto bene, il sesso è di un altro livello, mi fa ridere, mi fa stare bene, lavorare con lui solleva un bel po' di peso dalle mie spalle, dormire con lui è diventato quasi un bisogno fisico, adoro soprattutto le coccole post-coitali, ma Dex per me non è nulla. Io ho amato e amo solo Gabe. Non c'è posto per nessun altro nel mio cuore. Cocciuto, cieco, testone di un giaguaro!

Durante la lettura ho sofferto per Dex. Ho sofferto ogni volta Dex che ha dovuto alleggerire la situazione perché diventava troppo personale e Sloane iniziava a tirarsi indietro; quando Dex voleva chiedere e non osava per paura di ritrovarsi solo; quando, nel sonno e mentre Dex lo stava baciando, Sloane dice il nome di Gabe ad alta voce; quando, durante un’operazione, Dex disubbidisce a un ordine di Sloane per salvare un suo compagno di squadra e Sloane quasi gli fa un richiamo formale che poteva sbatterlo fuori del team.

Ho sofferto per Dex, ma ho sofferto anche per Sloane. Ho sofferto per quell’anima sola, per quel ragazzo che ha conosciuto solo dolore e solitudine. Che ha come unico e vero amico Ash – e questo dovrebbe dare la dimensione di tristezza e solitudine –, che ha concesso il proprio cuore a un solo uomo, morto a causa sua. Anzi, è morto per gli altrui pregiudizi su un qualcosa assolutamente indipendente da Sloane. È colpa sua se il padre è tornato dal Vietnam con quella mutazione genetica? È colpa sua se è nato così? Colpa sua se erano impreparati a trattare con un mutante? Colpa sua essere un teriano di prima generazione e quindi più cavia da laboratorio che essere vivente? E ci si stupisce se i sentimenti il vecchio Sloane li tiene in un cassetto chiuso a tripla mandata?

È una storia triste? Sì, ma anche no. Si ride molto, moltissimo. Impossibile non ridere se Dex è nei paraggi, perché quell’uomo è veramente un pagliaccio. Come sa alleggerire lui l’atmosfera e distogliere l’attenzione da una situazione potenzialmente esplosiva nessuno al mondo.

L’autrice conferma le sue capacità creando una storia coinvolgente, mixando sapientemente azione, reazione, sentimento e tragedia. Veniamo a scoprire molto del passato di Sloane e capiamo che nemmeno per Ash la vita è stata così generosa. Vedremo inaspettati risvolti nei rapporti interpersonali all’interno della Desctructive.

Io ho visto soprattutto una cosa. Ho visto un uomo che non ha mai saputo cosa fosse l’amore, un uomo che ha sempre dovuto contare solo su se stesso, un uomo che ha condiviso i suoi momenti peggiori col suo migliore amico che non era in condizioni psicologiche tanto migliori. Un uomo che, a mio parere, ha scambiato affetto e attrazione per amore vero. Sì, secondo me il vero amore di Sloane non era il santo-perfetto-compianto-costruiamo un altarino e adoriamolo-Gabe Pearce, ma il casinista, ridanciano, paziente, sveglio, amorevole Dex. Quello che per sua stessa ammissione lo fa ridere, lo rilassa, gli fa venir voglia di “casalingo” e di cui è geloso marcio.
Cosa ci porterà il terzo capitolo? Credo casini come al solito, spero che Sloane capisca la profondità dei propri sentimenti e abbia il coraggio di agire di conseguenza, ma soprattutto... Spero ci sia di più su Cael e sulla sua cotta!
Il mio voto è di 5 arcobaleni.


May the multicolor be with you

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