Recensione
tandem, o 2x1, dipende da quale termine di paragone preferite.
Perché? Perché sono due racconti brevi, il secondo dura proprio un
battito di ciglia, concatenati e che ci raccontano della vita di
Drew&Trav.
Ma
andiamo con ordine. Senza
parole.
Travis
è uno di quelli che in inglese si chiamerebbe un blue collar, un
operaio. Lavora in un’officina, al tornio. È da poco che vive a
Portland, si è dovuto trasferire per inseguire un posto di lavoro
che ha faticato a trovare dopo essere rimasto disoccupato per un po'.
Perché tutta questa difficoltà a trovare lavoro? Solo per la crisi?
No. Anche perché Trav ha un piccolo difetto, ha avuto un incidente e
ha perso un occhio e si sa, quando si tratta di scuse per lasciare a
casa o non assumere qualcuno, un difetto fisico è come un drappo
rosso sventolato in faccia a un toro maldisposto.
Trav
fa una vira solitaria, concentrato solo a mantenere il lavoro e a
rimettersi in piedi. Ogni giorno percorre la stessa strada per andare
in officina, fa il suo dovere, percorre il tragitto inverso per
tornarsene a casa, si ferma al supermercato a prendersi un burrito o
un pasto surgelato che consumerà a casa, solo, con il suo gatto
Elwood. C'è una cosa che riscalda il cuore di Trav e che gli
alleggerisce le monotone giornate: il ragazzo che vede, ogni sera,
seduto sui gradini di una casa, intento a suonare la chitarra. Trav
ne è così affascinato che fa una cosa completamente diversa dal suo
modus operandi: si ferma e gli parla.
Come
avrete facilmente capito quell’uomo è Drew.
Drew
che, a causa di un incidente automobilistico, è afasico. E non è
che non parli per il trauma psicologico. No, non parla e non riesce
nemmeno a scrivere a causa di un danno cerebrale. Drew prima era uno
scrittore di successo. Dire che l’incidente gli ha dovuto far
rivalutare e ricominciare da zero la sua vita è l’eufemismo del
secolo.
Il
racconto non parla mai di Trav o Drew usando toni patetici. I due
hanno una forza d’animo non indifferente, che gli ha fatto
riprendere in mano le redini della propria vita con dignità e con un
discreto successo.
Trav,
con Drew, scopre di essere una persona ciarliera, non parlando a
vanvera per riempire gli spazi di vuoto offerti da Drew, ma avendo
effettivamente un sacco di cose da dire perché, anche se non nel
tradizionale dei metodi, Drew si esprime benissimo.
Breve,
ma intenso racconto. Che parla delle difficoltà quotidiane,
dell'adattamento, della forza d’animo, della paura di aprirsi e
affidarsi a un’altra persona, della paura di essere troppo poco,
del bisogno di sentirsi autosufficienti e allo stesso tempo
necessari.
L’happy
end c'è ed è uno di quelli che ti lasciano un sorriso ebete sul
volto. Perché pensi “cavoli se se lo meritano questi due!”.
Il
secondo, brevissimo racconto, L’Ingaggio,
è un ennesimo passo verso quella presunta normalità a cui Trav e
Drew aspirano con tutte le loro forze. È un racconto sul destino, o
sul karma. Sul pensare che prima o poi, se non perdi la speranza e
non ti arrendi, le cose gireranno per il verso giusto anche per te.
Quello che mi rimane
alla fine è proprio la morale. Il non arrendersi. E Dylan e Chris,
due personaggi di cui non posso dirvi nulla, che non smettono mai di
fraintendersi e tenersi il muso pur amandosi follemente.
Il mio voto finale e
complessivo è di 4 arcobaleni e mezzo. Non cinque perché, recitiamo
tutti assieme il mio mantra, è troppo corto!!! E parlo per “Senza
parole”, perché “L’ingaggio” penso sia una chiosa di
lunghezza perfetta.
May
the
multicolor
be
with
you
***
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