22 gen 2016

TRE GIORNI ITALIANI. Recensione: "Caccia all'uomo" di Minerva Stevens.


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“Caccia all'uomo” è la prima opera M/M che ho letto di Minerva Stevens e devo dire che sono rimasta davvero sorpresa e con la voglia di leggere altro di questa autrice italiana.
Ryan è scappato dalla propria città, da una delusione d'amore e da una famiglia che non capiva realmente che l'amore è sempre
amore anche se declinato secondo orientamenti sessuali diversi. Ma il passato lo viene a cercare nel posto dove si nasconde in Canada. I suoi genitori infatti organizzano una festa per la vigilia di Natale, e lui è caldamente invitato, per poi scoprire che alla cena sarà presente anche il suo ex, Connor. La sua linguaccia lo mette nei casini quando accetta l'invito e dice che sarà accompagnato dal suo attuale ragazzo. Ma c'è un grosso problema: Ryan non ha un ragazzo ed è un inetto quando si tratta di relazioni sentimentali e vita sociale. Quindi dopo tentativi fallimentari e alquanto comici si trova un mentore davvero sexy, Jerome.
Jerome diventa come Will Smith in Hitch: una specie di maestro di seduzione per Ryan. Ma entrambi non hanno messo in preventivo la forte attrazione fisica che provano l'uno per l'altro.
Posso dire con certezza di essere innamorata dell'autore impacciato nella vita reale ma a proprio agio con la propria fantasia e idee. Quando poi inizia a parlare con i personaggi credo di essermi innamorata di questo ideale di scrittore. 
Anche se la conclusione della loro storia è prevedibile essendo un romance M/M, lo svolgimento non lo è per nulla. Ryan e Jerome non sono la classica coppia da amore incondizionato dopo tre giorni, si stuzzicano e sono divertenti nei loro difetti, come lo sono anche le insicurezze e la goffaggine di Ryan. Purtroppo a ostacolare un epilogo romantico per loro c'è il fatto che Jerome è un musicista in procinto di firmare un contratto con una casa discografica con conseguente tour. Oltre alla stupidità del maestro di seduzione.
Il libro potrebbe dare l'idea della tematica di Natale, ovvero della riconciliazione con il passato e del miracolo romantico ma in realtà per me rappresenta la tematica della rivalsa. Ryan, anche se in poche pagine, ritrova se stesso, la propria sicurezza e la consapevolezza che si deve essere forti prima di tutto come singola persona.
L'unica pecca di una narrazione scorrevole, leggera e frizzante è la lunghezza del racconto.
Troppo corto per i miei gusti perché si sacrificano alcune dinamiche tra i due protagonisti che avrei voluto vedere più approfondite. Le scene intime non cadono mai nel volgare e sono molto coinvolgenti ma anche queste con qualche pagina in più avrebbero potuto essere più dinamiche e raccontare di più dei personaggi.
Il mio voto finale è di quattro arcobaleni per un raccontino che può scaldare il cuore di una fredda sera d'inverno.



Morsi&Stritolamento da Bubbetta.

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