23 mar 2016

Intervista: "Al manicomio con Erin E. Keller e Barbara Cinelli".


Buongiorno Barbara, e benvenuta nel quartier generale/manicomio di QueerFairy Tale. Posso chiederti una cortesia? Potresti far uscire il tuo alter-ego Erin, in modo che possa salutare anche lei?

B: Buongiorno a voi! Certo! *spintona Erin* Eccola qui
E: Ciao a tutti!

1. Barbara, iniziamo con una domanda che ti è già stata rivolta in altre interviste, ma che i nostri lettori troveranno interessante: in che modo è nata Erin? Perchè scegliere uno pseudonimo per pubblicare?

B: Erin è nata quando ancora lavoravo per
Dreamspinner press. Almeno nella mia mente. Mi ero resa conto, in quel periodo, che c’era spazio per un editore italiano che puntasse davvero sul genere M/M. Un editore tutto italiano che potesse anche aprire le porte ai talenti italiani. E così mi sono messa a pensare a come potevo farmi un’idea reale del mercato, per valutare se l’investimento valesse la pena e il tempo (e il sonno perso e le infinite ore di lavoro :D). Mi sono detta che visto che scrivevo già da anni – perlopiù fanfiction – potevo usare me stessa come cavia. Avrei rischiato in prima persona, come editore e come autore, senza – in caso di risposta negativa – deludere le aspettative di nessuno. Non avevo idea di come sarebbe andato l’esperimento: solo tre anni fa non c’era tutto il fiorire di autori e libri italiani che c’è ora. Inoltre non volevo nemmeno che il feedback fosse falsato da reazioni positive date da amici, o conoscenti nell’ambito delle fanfiction. Volevo capire se i lettori erano pronti a leggere un’autrice italiana sconosciuta. E così è nata Erin.

2. Barbara, dicci chi è Erin. Cosa puoi raccontarci di lei? E tu Erin, cosa ci racconti di Barbara?

B: La prima cosa che mi viene da dire è che non ha fiducia nelle sue capacità da scrittrice. Poi che è ossessionata dall’Irlanda, ma questo pare l’abbia preso da me, e ci va ogni volta che può (anche se ultimamente i viaggi se li sogna e basta). E che prima di fare coming out era terrorizzata da cosa avrebbero pensato i lettori. Per poco non si metteva a piangere al MM meeting dell’anno scorso.

E: Barbara è una di quelle persone che si tende spesso a sottovalutare perché le prime cose che si vedono sono un sorriso e modi affabili. Guai però a scambiare quelle caratteristiche per debolezza o superficialità. Perché poi quando si incazza… Per fortuna, in generale, accade molto molto raramente Con me invece si arrabbia spesso perché produco poco!

3. Erin, The scar è il tuo primo lavoro, o hai delle pubblicazioni precedenti? E Barbara invece?

E: Sì, The Scar è il mio primo lavoro
B: A parte le fanfiction di cui parlavo prima, nell’antologia 365 Storie Cattive – un’antologia a scopo benefico – c’è un mio breve racconto.

4. Barbara, in che modo ti rapporti con i lettori, data la tua doppia personalità?

Ora che ho fatto coming out è tutto molto più semplice, perché se c’è una cosa che fatico a fare è nascondermi. E questo vale per ogni lato della mia personalità. Quindi, tolto l’ostacolo dell’anonimato – è stato un momento di altissima tensione, ma sono felicissima di aver fatto coming out – mi sento molto più libera, anche se mi piace avere ancora persone che conoscono solo Erin e non vengono a cercarmi come Barbara. Erin esiste a tutti gli effetti, come qualsiasi altro autore che pubblica sotto pseudonimo. Non c’è niente di finto, né inventato, quindi tutto ciò che viene condiviso da Erin sono pezzi di realtà sua, che Barbara non condividerà, e viceversa.
Da editore, invece, mi rapporto poco con i lettori, o almeno cerco di limitare la mia presenza online. Non è per scarso interesse, ma perché ormai Triskell non è più la piccola CE che pubblica un titolo ogni paio di mesi, le pubblicazioni hanno un ritmo serratissimo e seguire ogni aspetto della gestione della casa editrice porta via troppo tempo perché io possa essere presente come una volta. Oltretutto, se devo essere onesta, credo anche che ognuno abbia un proprio ruolo e quello di un editore è diverso da quello di un autore o di un lettore. A volte però sulla pagina Facebook rispondo io, perché mi piace toccare con mano l’entusiasmo dei lettori

5. E con i tuoi colleghi scrittori, essendo tu la loro collega e al tempo stesso il loro editore? 

Per quanto riguarda i colleghi (Triskell), e questo possono sicuramente confermarlo anche i diretti interessati, come Erin ho sempre cercato di supportarli, di dar loro dritte sulla promozione, di aiutarli nell’utilizzo dei social perché è una cosa che mi è sempre piaciuto fare. Per un periodo ho anche prestato il blog per fare segnalazioni di uscite M/M anche di autori non Triskell.
Pubblicamente, sul mio Facebook, ogni tanto condivido le nuove pubblicazioni, ogni tanto no, dipende da diversi fattori, non per ultimo il tempo di farlo o il tempismo di essere online come Erin nel momento giusto. Di solito mi collego la mattina, il tempo per salutare tutti e poi sparisco.
Come editore penso, anzi sono convinta, di fare il possibile per aiutarli tutti indistintamente. C’è solo un’autrice che non aiuto: Erin. Triste ma vero. E questo si può vedere anche calcolando quand’è stata la sua ultima pubblicazione…

6. Barbara, tu sei al tempo stesso autrice, editore, traduttrice, lettrice, editor, grafica per le cover e chissà cos'altro. Come incastri i vari impegni senza una macchina del tempo?

Esaurendomi. E non è un modo di dire! La mattina sono contabile presso una piccola azienda, e da quando torno a casa tutto diventa Triskell: traduco, edito, correggo bozze, creo cover e file digitali, tengo la contabilità, ho la responsabilità dei contratti con gli autori, sia italiani che stranieri, i pagamenti, la gestione del gruppo di tutti i collaboratori. In sostanza, ogni cosa tranne la valutazione dei manoscritti. Qualche mese fa ho appunto avuto un crollo fisico non indifferente dovuto alla mole di lavoro che devo gestire. Non dico queste cose per farmi “ammirare” da chi leggerà questa intervista, ma perché forse aiuta a capire perché non posso fisicamente essere presente come una volta, sia come Erin che come Barbara.
Sicuramente la parte che risente di più di questa mole di lavoro è la scrittura. Non si può lavorare 10 ore al giorno su testi altrui e poi pensare di poter avere anche solo la forza di obbligare la mente a concentrarsi su un’idea da sviluppare. Non ce la si fa proprio.
Però ho un’enorme fortuna, ed è quella di essere multitasking

7. Sappiamo che l'editoria M/M non ha ancora molta visibilità. Barbara, come vedi il futuro per questo genere, sia digitale che cartaceo?

Onestamente non sono particolarmente ottimista a riguardo. Credo che il mercato dell’M/M sia limitato, più di altri mercati. L’editoria M/M è nata online e digitale, quindi di conseguenza è possibile che buona parte di coloro che è a conoscenza del genere, o lo legge, sia appunto online. È difficile che ci siano fette di lettori tradizionali che aspettano di avere gli M/M in libreria per leggerli, per il semplice fatto che se sono lettori che si servono solo nelle librerie non sanno nemmeno che il genere esiste.
Credo invece che si debba cercare di ampliarlo, il mercato, ma ci si scontra contro una resistenza non indifferente. Non entro nel dettaglio di chi oppone tale resistenza, ma diciamo che parte dalla base e arriva alla punta della piramide.
Per esempio, anche se non l’abbiamo ancora annunciato ufficialmente, parecchi nostri titoli sono già distribuiti nelle librerie tradizionali, anche se i nostri libri non sono esposti. E perché non sono esposti? Perché non esiste uno spazio dedicato quasi da nessuna parte
Inoltre credo che il mercato si stia saturando in fretta. Quando abbiamo iniziato, c’era solo DSP che si presentava come editore specificamente M/M, poi siamo arrivati noi a puntare su questo genere. Da 7/8 uscite mensili che si avevano solo 3 anni fa, ora siamo a quasi 40, credo. Questo sì, dà una spinta al mercato, ma dall’altra rimpicciolisce la fetta per tutti.


8. Ora una domanda per Erin: alcuni tuoi lavori sono stati pubblicati anche all'estero. Com'è stata questa esperienza? In cosa differisce l'ambiente M/M straniero da quello italiano, anche considerando la precedente esperienza di Barbara con Dreamspinner Press?

In una parola sola: bellissima.
Parto con lo specificare che nessuno all’estero sa chi è davvero Erin, se non perché ho firmato il contratto con il vero nome, ovviamente, ma per loro è un nome come un altro e non c’è alcun legame tra le pubblicazioni straniere e la mia figura in Triskell.
La Spagna ha iniziato di sua spontanea volontà e sono stati i primi. I Traductores Anonimos mi hanno semplicemente contattato un giorno dicendomi che avevano tradotto Jerry è meglio e che con i loro tempi avrebbero tradotto il resto, permettendomi poi di utilizzare l’ebook come meglio credevo. E infatti hanno tradotto due racconti gratuiti e poi Silent Night. È stata una grossissima sorpresa! Devo dire che l’esperienza di self non è andata proprio benissimo in termini di vendite, ma l’importante è esserci
Negli States mi ci sono buttata quasi per scherzo. Avevo tradotto da sola “Eri come sei” e ho notato la JMS grazie a un’autrice straniera mia amica. Ho pensato… quasi quasi provo. Non sapevo cosa aspettarmi, onestamente, men che meno se avrebbero accettato il manoscritto. Ma è successo ed ero al settimo cielo. Certo, in America ci sono una miriade di autori, e tantissimi libri che escono ogni giorno, quindi a meno che tu non pubblichi con una realtà importante che ti spinge e ti fa un po’ di promozione è difficile spuntarla, ma sono più che soddisfatta del risultato e della Honorable Mention ai Rainbow Awards.
E poi è arrivata la Francia, che a conti fatti penso sia il mercato estero che mi sta dando più soddisfazione. Mi hanno “scoperto” per caso, mi hanno chiesto se potevo tradurre le mie storie in inglese, e mi hanno fatto tre contatti in un colpo (a cui se n’è aggiunto un altro poco tempo fa). In Francia il bacino lettori è più ampio del nostro e forse meno inflazionato, e c’è un entusiasmo particolare. Forse è anche il Paese in sé che è più aperto verso questo genere e più disposto ad abbracciarlo. Le vendite da settembre 2015, data di uscita di Tu es ce que tu es, sono state ottime e non riuscivo a crederci! E i lettori sono tanto dolci. Con quelli italiani riesco ad avere un dialogo – e io adoro parlare con i lettori – e mi dispiace tanto non poterlo fare con i francesi… è che so giusto tre parole!
Nel complesso sono ambienti molto diversi gli uni dagli altri, e tutti differenti da quello italiano.


9. Finora abbiamo parlato di romanzi M/M, ma le storie F/F? Barbara, cosa ci puoi dire al riguardo come editore?

Da editore, non credo abbiano molto mercato al momento. Mentre nelle arti visive – parlo di film o serie televisive – è più facile trovarsi a guardare due donne che si baciano che non due uomini (è più che evidente che quello sia un mondo maschile) il bacino di lettori è invece composto perlopiù da donne che, a quanto ho potuto vedere in questi anni, sono più propense a leggere di un amore tra due uomini che non tra due donne.

10. Una domandina per Erin, e non fare caso al fucile che ti punto alla testa: i tuoi futuri lavori? Dicci tutto. E intendo davvero TUTTO.  *avvicina il dito al grilletto*
*trema e si nasconde dietro Barbara*
Allora, come dire… da dove parto? Ehm…
Dunque, sì.
Elias. C’è questo poveraccio che non riesce a venire alla luce. La storia è a buon punto e conto di finirla quanto prima, quindi forse mi evito il linciaggio. Mi dispiace davvero moltissimo fare aspettare i lettori. Anche perché – e qui parlo per me stessa – è anche controproducente. Non che si debba sempre essere sulla cresta dell’onda, ma finire nel dimenticatoio non fa bene per nessun autore.
Dopo di lui ci sono in progress la storia di Matt (Eri come sei) e di Justin (ebbene sì, l’ex fedifrago di Jerry). E poi il mio eterno “noir”. Non è un noir vero e proprio perché c’è il lieto fine, ma è ambientato a Chicago nel 1928/29. L’ho iniziato due anni fa… chissà se lo finirò mai.

11. Ora una domanda per Barbara, e prego anche te di non fare caso al fucile. O agli strumenti di tortura che sto lucidando. Puoi darci qualche anteprima succulenta per l'M/M Meeting?

Posso solo dire che ci saranno altri autori stranieri presenti al Meeting, oltre a L. A. Witt. E che verranno messi in palio dei premi interessanti per i lettori! Al momento abbiamo ancora una ventina di posti disponibili, quindi che si affrettino tutti a iscriversi!

Ora che ho attenuto le risposte che volevo, e che volevano i nostri lettori, ti ringrazio Barbara. E un ringraziamento anche a te, Erin: siete state entrambe molto gentili. Ora, se una di voi due potesse infilarsi quella giacca bianca, in modo che io allacci le fibbie sulla schiena... No, tranquille, non è una camicia di forza! Arrivederci ragazze!

Grazie a voi! *in coro*



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6 commenti:

  1. Grazie mille per aver-CIMI intervistato <3

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  2. Bellissima intervista!!!! Al Meeting ci voglio venire anche iooo...ma il lavoro è ancora un punto di domanda e venire sola sarebbe un po'un problema! Mannaggia!

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    1. Grazie! Le domande erano bellissime :D Spero tanto che tu ce la faccia a venire!

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  3. ahahahah complimenti Erin _Barbara, bella intervista. Nonostante la fusione di due menti, sei ancora in "corpore sana "😀

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  4. ahahahah complimenti Erin _Barbara, bella intervista. Nonostante la fusione di due menti, sei ancora in "corpore sana "😀

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    1. Grazie, Gaetana! Oddio, sana sana magari no... però ci provo XDD

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