Benvenuti signore,
signori, e tutti quelli che ancora non hanno deciso!
Oggi vi parlo di Kinky
Boots – Decisamente diversi, una frizzante commedia inglese.
Avete presente quando si guarda un film – o si legge un libro –
senza grandi aspettative, e invece si rimane folgorati? Ecco cosa mi
è successo! Ma per farvi capire perché questo film mi è piaciuto,
meglio che vi accenni qualcosa della trama.

Ci troviamo in quel di
Northampton. Non ci sono indicazioni su quando sia ambientato il
film, ma le sonnacchiose province sono come bloccate nel tempo, e la
storia potrebbe essere accaduta ieri, così come vent'anni fa. Sì,
perché si tratta di una storia vera, per quanto romanzata.
Charlie Price (Joel
Edgerton) eredita la fabbrica di famiglia. Producono scarpe classiche
da uomo, ma si trovano in crisi a causa delle importazioni
dall'estero a costi minori. Charlie non è interessato a ereditare il
business di famiglia, non sa dove mettere le mani e come trattare con
i dipendenti, che tra l'altro è costretto a licenziare in massa.
Almeno finché non fa un incontro ravvicinato con uno stivale rosso -
ROSSO! Ricordate questo colore – taglia 46: Lola (Chiwetel
Ejiofor), drag queen di colore, lo colpisce per sbaglio con la sua
scarpa dal tacco rotto, tramortendolo.

Vedete, le scarpe da
donna, oltre ad avere numeri piccoli che massacrano i piedi delle
drag queen, non sono fatte per reggere il peso di un uomo. Ed ecco
che Charlie, grazie a una sua ex dipendente, ha una folgorazione:
produrre e mettere in commercio calzature per... signore. Non sa
neppure come spiegare ai suoi dipendenti chi indosserà quegli
stivali, figurarsi riuscire a collaborare con la frizzante Lola o
farla integrare nel retrogrado paesino.
“Io non sono
soltanto un travestito, tesoro. Io sono anche una drag queen. È una
semplice equazione: una drag queen in abito da sera diventa Kylie
Minogue. Un travestito in abito da sera diventa... Boris Yeltsin con
il rossetto. Questo è quanto.” (Lola)
Naturalmente non vi
racconto come va a finire, o la quantità di problemi che
affronteranno Charlie e Lola nella produzione delle scarpe. Alla fin
fine, ciò che davvero importa non è la fabbrica in fallimento, o
l'incapacità di Charlie ad affrontare l'eredità di suo padre. La
tag-line del film è:
Fino a dove ti
spingeresti per salvare gli affari di famiglia?
Ma secondo me una
migliore sarebbe stata:
“Non puoi mai sapere
quali gioie si nascondano fra gli scarti. E gli emarginati.” (Lola)

L'intera commedia,
allegra e davvero molto, molto divertente, è in realtà pregna di
tristezza. Le risate servono solo a nascondere il disagio di chi si
ritrova fissato per ciò che è e per ciò che appare. Di chi viene
preso di mira, additato, persino insultato e picchiato, per qualcosa
su cui non ha alcun potere decisionale, e Chiwetel Ejiofor,
interprete di Lola, è perfetto nel far trasparire questo dolore
attraverso una semplice occhiata, e persino attraverso le battute.
“Non volevo che tu
provassi la sensazione di non essere rispettato dagli altri, Don. Non
volevo che un altro sapesse che significa.” (Lola)
Altrettanto talentuoso è
Joel Edgerton, ovvero il protagonista Charlie, impacciato mentre
interagisce con il mondo delle drag queen. Nonostante la paura del
fallimento e i problemi personali tirino fuori, in alcune occasioni,
la sua vena bigotta ereditata dalla vita di provincia, Charlie tenta
in tutti i modi di interagire con Lola in maniera “normale”, come
se Lola fosse l'essere umano che è, e non solo i vestiti con i
lustrini che porta.
“Sono degli stivali
da donna, giusto? Quelli che compri. Devi comprare degli stivali da
donna perché... per per per perché tu... eeeeh... Vedi, la
distribuzione della pressione esercitata su un convenzionale tacco da
donna non è stata calcolata per supportare il peso di un uomo. E se
i trav... cio... cioè, quello che sono... le drag queen! Sono
ovunque... L'hai detto tu! Allora... Non nel senso uuuuhhhh la notte
dei morti viventi... Tu credi che nel mercato esista una nicchia che
permetta di proporre dei resistenti, magnifici stivali per donne...
che sono uomini?” (Charlie)
Ecco uno dei temi più
importanti del film: come gli altri trattano Lola. Come si rapportano
a questa donna che è un uomo, e che si ricopre di abiti
appariscenti. Northampton non è Londra, e Lola spicca fra i
compaesani di Charlie. Questi si dividono fra chi, nonostante un
iniziale stupore, accetta la drag queen e ne diventa persino amico, e
chi cerca in tutti i modi di sminuirla e disprezzarla, incapace com'è
di accettarla. Fra questi l'esempio più eclatante è Don, che,
attratto dalla donna-Lola, si sente preso in giro dall'uomo-Lola, e
che insulta per rimarcare la propria virilità. Dall'altro lato della
barricata abbiamo gli altri dipendenti della fabbrica, specie le
donne, che rimangono colpite da Lola e la supportano, anche contro il
loro stesso capo, Charlie.
Emblematico è quanto
dice l'anziana signora che affita una stanza a Lola:
“Posso chiederle,
lei è un uomo?”
“Sì, sono un uomo,
cara.”
“Ah, perfetto! Era
per sapere come lasciare la tavoletta del bagno. Vado a prendere i
biscottini!”

Insomma, io non sono un
critico cinematografico e non ho alcuna esperienza di recitazione, né
tanto meno di musica o spettacoli in stile Muccassassina. Ma posso
dirvi che questo film è delizioso, allegro nel suo mostrarci i
problemi e le debolezze delle persone. Se qualcuno di voi ha visto
Full Monty ritroverà molto di quello stile in Kinky Boots, dato che
entrambi i film sono stati prodotti dallo stesso team e con lo stesso
stile: sense of humor inglese, crisi economica e riscatto della
classe operaia.
***
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