5 gen 2016

RainbowRecensione: "Il milionario del piano di sopra" di M.J. O'Shea.


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Ve lo dico da subito: con questo romanzo, e con questa autrice, io sono assolutamente di parte. Mi piace come scrive, mi piace come caratterizza i personaggi, mi piace la dose di romanticismo e mi piacciono le ambientazioni.

Questo è un libro romantico. Qui non troverete drammi epocali, non troverete soprusi fisici o verbali, non troverete bullismo. È un libro che parla d’amore, una storia d’amore di stampo classico, il tipico “ti amo poi odio, poi ti amo poi... ti odio” (grazie Mina per l’assist), eppure
è un libro originale. E credetemi, non è affatto facile o scontato.

Partiamo da Sasha: tipico ragazzo di campagna che vuole lavorare nella moda. E qui già usciamo dalla strada battuta, perché Sasha non vuole diventare un modello, uno stilista, no. Lui vuole essere ciò che sta dietro a un buon prodotto: un marketing con i fiocchi. Lui vuole essere quello che farà ricordare i meravigliosi capi disegnati da Harrison e dal suo team. Ha la fortuna di piacere e venire assunto da Joanne, il Direttore Creativo della casa di moda nonché sorella dello stilista, come suo assistente.

Sasha è entusiasta del suo lavoro e di Joanne che gli insegna molto ma che tiene, allo stesso tempo, in grande considerazione le sue idee. Però c'è un problema: odia a morte Harrison. Harrison che ok, è bellissimo, ha una voce che ti stende, ma è un borioso maleducato pieno di sè che tratta tutti a pezze in faccia. Tutti, ma soprattutto Sasha.
Perché? Ovvio! Perché Sasha fa spostare l’asse su cui ruota la vita dI Harrison!

Altra cosa che mi è piaciuta molto è stata la scelta dell’ambientazione. Sì, lo studio di Joanne è a NYC, ma quando lei va in maternità, Sasha è obbligato a seguire più da vicino il reparto creativo che ha sede negli Hamptons. Ma non si svolge tutto lì: la parte centrale si svolge da noi, in Italia.
Perché? Perché Sasha si accorda con la Luxottica per fare una linea di occhiali, e vengono invitati a Milano in una sede della fabbrica per vedere e toccare con mano come si lavora. Sì, mi ha colpito che si parlasse di Safilo e Luxottica, anche perché una cosa è che noi si sappia che tutti gli occhiali vengono da lì, e una cosa è leggerlo in un romanzo straniero.
Ma non è questa l’ambientazione di cui parlavo. Harrison ha degli amici che vivono sul Lago di Como e, alla stregua del buon vecchio George che ha spianato la strada, anche loro vengono in Italia per ammirarne la bellezza. In particolare vanno a Bellagio.

Tirando le somme mi è piaciuto tutto. Sasha e il suo amor proprio; Harrison con quell’altezzosità che non deriva dal credersi superiore ma dal non voler essere considerato inferiore e un outsider; la trama che benché semplice e con un finale previsto è assolutamente godibile e a suo modo originale; le ambientazioni non così tipiche e i dialoghi sempre all’altezza.
Pollice alzato per l’apripista di questa nuova collana che spero mi e ci riserverà molte altri piacevoli e coinvolgenti letture.
Voto? 4 arcobaleni e mezzo.



May the multicolor be with you

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