20 gen 2016

BubbaRecensione in anteprima: "72 ore" di Clare London.


SCHEDA LIBRO QUI

Era da un bel po' che aspettavo un Romance M/M poliziesco o con un minimo di trama in stile thriller, e London Clare ha incontrato la mia immediata approvazione con “72 Ore”.
Tanner McKay è l'ex componente di una squadra segreta di agenti, il Project Team, che ha lo scopo di far fronte a quei casi di cui gli apparati della legge non possono o non vogliono occuparsi perché sono situazioni ritenute troppo complicate.
Ecco perché Tanner si stupisce quando, a tre mesi dalla sua sospensione, viene contattato dai sui ex compagni perché il Project Team è stato preso di mira da una minaccia fantasma.
L'ex agente si ritrova quindi tra i piedi Niall Sutherland, il quale è contemporaneamente uno dei suoi ex compagni di squadra, ex amante e causa della sua sospensione dal Team. L' atmosfera che avvolge i due uomini è altamente esplosiva e densa di cose non dette, rabbia accumulata e paura per le proprie vite a causa della minaccia che incombe su loro e sui loro compagni.
Insieme devono trovare il modo di capire chi sia colui che li vuole morti, e gli indizi portano a persone di cui si fidano ciecamente.
Non sembra la situazione ottimale per riavvicinarsi e parlare della propria storia, eppure tra un'esplosione e l'altra Niall e Tanner riescono in qualche modo a maturare. Perché uso il termine maturare parlando di due uomini grandi e grossi ? Fidatevi mai parola è stata più azzeccata! Fino a più di metà libro avrete voglia di farli fuori entrambi a causa della loro ottusità, che certamente è un comportamento immaturo.
Passiamo ai due personaggi.
Tanner è il solito agente sbruffone che nasconde un cuore grande e dolce da orso peloso in cerca di affetto. Il suo talento all'interno del Project Team è l'essere un camaleonte, riuscendo a calarsi in qualsiasi ruolo e situazione, portando dalla propria parte chi potrebbe tornare utile per la missione. E' un uomo logorroico e dalla battute pronte e spesso fraintendibili, e ama provocare la gente fino allo sfinimento. Si può benissimo identificare Tanner con un gigantesco meccanismo di autodifesa. E chi è colui che è riuscito ad abbattere i suoi muri ? Lo stoico Niall Sutherland. Niall è un guerriero in tutto e per tutto, ed è appassionato di armi. Ma il suo più grande difetto è l'incapacità di comunicare e il preferire il silenzio alle parole.
Tanner e Niall sono così diversi eppure perfetti insieme; ma allora cosa ha fatto sì che si allontanassero l'uno dall'altro in modo così definitivo e pieno di rabbia e rimorsi ? C'è un evento importante che li riavvicina, ma questo libera solo quei problemi che loro nascondono dietro ore di sesso e mancata comunicazione.
Ecco perché dico che per tornare a tirare fuori il meglio l'uno dall'altro devono maturare e non fare gli uomini delle caverne senza proprietà di linguaggio, anche perché i problemi di coppia che avevano, e ancora hanno, non sono facili da risolvere senza un po' di forza di volontà.
Ciò che ho apprezzato davvero di questo libro sono la modalità in cui è scandita la storia e il POV (punto di vista).
Il tempo narrativo è composto da 72 ore: dall'arrivo di Niall al posto in cui si è rifugiato, fino al momento in cui si risolve tutto il mistero dell'attentatore, non senza colpi di scena. I capitoli rappresentano una specifica ora di quelle lunghe ed estenuanti 72 ore di attesa, reclusione e paura.
I primi capitoli della storia sono intervallati da grossi flashback che ci fanno conoscere Niall e Tanner prima della loro separazione e prima di essere una coppia a tutti gli effetti. Adoro questo espediente per far conoscere i personaggi perché ci possiamo fare una idea personale di questi attraverso le loro azioni, le esperienze e loro storie senza sintesi frettolose. Soprattutto ci permettono di conoscere anche gli altri componenti del Project Team che sono caratterizzati benissimo pur essendo sullo sfondo della storia, tanto che sono riuscita ad innamorarmi di Brad e Simon in due righe. Sono facile agli innamoramenti a prima parola !
Ma la vera ciliegina sulla torta è il POV in prima persona con la voce e pensieri di Tanner che rendono la narrazione fresca, dinamica, piena di battutine, dubbi, ironia e speculazioni del personaggio. Tanner è una perfetta guida attraverso la sua coscienza, gli eventi e il passato.
Sono obbligata a dare il massimo, ovvero cinque arcobaleni, a questo thriller in stile romanzo rosa con la speranza di poter leggere altro di questa scrittrice.


Morsi&Stritolamenti da Bubbetta.





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