19 feb 2016

RainbowRecensione: "La mossa del diavolo" di Josh Lanyon.



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Io sono profondamente, eternamente, totalmente e irrimediabilmente innamorata di Adrien. Del suo carattere, delle sue debolezze fisiche, della sua forza morale, di questa innata capacità di accettare la propria solitudine, di non crogiolarsi nel dolore, di accettare tutto quello che Jake e la vita in generale gli offre e di non stare mai lì a rimuginare, a recriminare e a pretendere nulla.

Ha ancora una relazione con Jake, in effetti questi va a dormire da Adrien due volte alla settimana da ben nove mesi e fa l’amore con Adrien - non ho usato questo termine a caso.
Per quanto Adrien dica a se stesso che fanno sesso, nella parte più profonda sa che ciò che fanno è amore. È cosciente di amare Jake, ma si rende anche conto che scoperchiare quel vaso di Pandora non porterebbe a nulla di buono. Sa che Jake non è pronto a uscire dallo sgabuzzino, sa che forzarlo a una qualunque dichiarazione o atto dimostrativo anche privato non servirebbe a nulla, anzi, allontanerebbe definitivamente il poliziotto. E allora non dice nulla. Non chiede nulla. Accetta ciò che Jake è disposto a dargli e cerca di sfruttare al meglio il tempo passato assieme.
Come si può amare così tanto il personaggio principale e odiare profondamente la sua controparte?

Credevo che l’indecisione di Jake fosse fastidiosa, pensavo che una volta che avesse accettato la sua attrazione verso Adrien e avendo agito di conseguenza, le cose si sarebbero sistemate. Non pretendevo di certo che si mettesse a sfilare su un carro sventolando la bandiera arcobaleno, ma che almeno avesse accettato la sua attrazione verso Adrien sì.

Come. Mi. Sbagliavo!

Jake nei nove mesi, ripeto NOVE MESI, di frequentazione con Adrien non è cambiato di una virgola. Nessun contatto esterno, va lui da Adrien quando vuole – ha pure le chiavi di casa così da non dover attendere sotto, sia mai che passi qualcuno di lì e lo riconoscesse... Non risponde mai direttamente a una chiamata di Adrien a meno che non sia solo, non escono, non vanno da nessuna parte, non fanno nulla. Quando ha le voglie, le già citate visite bisettimanali, va da Adrien che lo sfama, lo soddisfa e la mattina lo lascia andare senza una domanda, senza una richiesta, senza una pretesa.

Pensate un po' che non è nemmeno questo il motivo per cui odio profondamente Jake. Sì, è vero, della sua storia non sappiamo nulla, non lo conosciamo, non conosciamo il suo background, ma non puoi stare con un uomo tutto quel tempo, baciarlo, coccolarlo, stringerlo, amarlo e continuare a dire “i froci come te”, denigrandolo e liquidandolo così miseramente. Ma che schifo di persona sei? E se ti fa così tanto ribrezzo essere associato a un frocio, perché continui ad andare da lui? Il motivo per cui lo odio lo spiegherò a breve.

In questo capitolo doloroso della sua vita, Adrien conosce un altro uomo, un professore di magia e occulto alla UCLA, Guy. Adrien si sente attratto da Guy, ma non si fida di lui viste le circostanze che hanno portato alla reciproca conoscenza e soprattutto, benché lo neghi apertamente, inconsciamente sa di essere legato al tizio nascosto nello sgabuzzino:

«Non sono impegnato in una relazione monogama seria,» rispose lui, come se stesse rilasciando una dichiarazione.
Io sì, ma apparentemente era una cosa a senso unico.

Quest’uomo mi spezza il cuore. Soprattutto perché sa di essere in una relazione malata e autodistruttiva, ma a volte un piuttosto è di gran lunga migliore di un niente.

Vi ho nominato Guy perché spero vivamente che diventi l’uomo di Adrien, quello che gli farà riacquistare fiducia in se stesso così fortemente minata da Mel prima e da quel cretino patentato di Jake dopo. Anzi, spero proprio che a Jake le cose vadano veramente male. Spero che tutta la storia da Mulino Bianco gli si ritorca contro, che Rosita lo becchi negli occhi e che ci si strozzi con la sua focaccella! Troppe pubblicità di Banderas viste, me ne rendo conto.
Vi chiedete perché tutto sto livore? Ecco perché.

«Non cercherò di spiegarti o di giustificarmi,» disse Jake, e la sua voce suonò troppo forte, come se temesse che potesse tremare, se non avesse usato un tono abbastanza alto. «Questa è la mia occasione di avere una vita normale. Voglio coglierla.»
«Va bene.»
«Non mi scuserò. Conoscevi la situazione sin dall’inizio.» Sollevai una spalla.
C’erano cose che avrei potuto dire. Forse c’erano persino cose che avrei dovuto dire. Ma sapevo che non avrebbero cambiato nulla, e non ero sicuro di riuscire a dirle mantenendo il controllo della mia voce e della mia espressione. E in quel momento mantenere il controllo di fronte a lui mi sembrava di capitale importanza.

“È la mia occasione per una vita normale” Gah. Tira fuori la testa dalla sabbia e magari accettandoti capirai che una vita normale è avulsa dalla tua sessualità. Ha a che fare con i tuoi sentimenti, non su chi usi il cervello riposto a sud. Ma sfrutterò una volta ancora il pensiero di Adrien perché lo spiega meglio di me.

Suppongo che il mio unico sbaglio fosse stato quello di credere che Jake fosse troppo intelligente e onesto per non arrivare a comprendere... non tanto i suoi sentimenti per me – perché non pensavo che ciò che provava per me fosse così significativo – ma la sua vera natura. Come poteva negare ciò che era? Come poteva scegliere di vivere una menzogna così profonda e tossica?

E spero vivamente che Jake smetta di vivere nella menzogna troppo tardi. Non si merita uno come Adrien.
Se vi state chiedendo se in questi libro non c'è un mistero, non ponetevi nemmeno la domanda, stiamo parlando di Adrien. E di nuovo ve lo spiego con le sue parole:

Al diavolo le ultime quarantotto ore, perché non prendere in esame la mia intera vita? Ricordavo di aver letto che uno degli ufficiali del Titanic era sopravvissuto a tre naufragi. Anche tenendo conto della sua professione, era una cifra un po’ eccessiva. A quanto pareva, una volta che l’universo aveva attaccato un bersaglio sulla tua schiena, le frecce continuavano ad arrivare. Nel mio caso le frecce erano la fastidiosa tendenza a restare invischiato in indagini di omicidio.

E non omicidi a caso. No, qui parliamo di wicca, satanismo, pentacoli rovesciati e grimoire di demoni. Adoro le tendenze di Adrien a finire nei casini, perché sono sempre casini di proporzioni bibliche!
È un viaggio attraverso le religioni, le solitudini dell’animo umano, le insicurezze e la voglia di appartenenza a qualcosa e a qualcuno di molti, soprattutto di giovani menti influenzabili. È, come sempre, una bella storia, che tiene sempre alta la tensione e il mistero, con personaggi ben descritti e con una psicologia sempre complessa e mai banale. Il finale lascia l’amaro in bocca, perché già lo sappiamo che le cose con Jake sono un casino, ma se Adrien riesce a sopravvivere, chi siamo noi per disperarci? Voglio finire questa mia panoramica con una bella e profonda riflessione. Logicamente la riflessione è del mio Adrien:

Dalle mie ricerche avevo appreso che non erano solo i ragazzi problematici o gli individui soli, ignoranti e insicuri a restare sedotti dalle promesse di carismatici cattivi da fumetto. Uno dei punti su cui molti esperti ponevano l’accento era che le persone non aderivano a culti, aderivano a gruppi che sembravano in grado di soddisfare i loro desideri e le loro ambizioni. I membri venivano reclutati in base alle abilità e alle competenze richieste dal gruppo. Per questo non era insolito trovare dottori, avvocati, dirigenti d’azienda e star del cinema tra le fila dei culti più potenti ed evoluti. Di rado i membri di un gruppo conoscevano i veri obbiettivi dei loro leader. Ognuno aveva le sue debolezze. E i reclutatori di un culto sapevano esattamente come sfruttarle a proprio favore.

Voto finale? 4 arcobaleni e mezzo abbondanti!
Alla prossima avventura di Adrien!



May the multicolor be with you


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