13 nov 2015

RainbowRecensione: "Semper FI" di Keira Andrews.



DATA DI PUBBLICAZIONE 11 NOVEMBRE


Titolo: Semper Fi


Autore: Keira Andrews


Traduttore: Maria Sofia Buccaro


Casa editrice: Triskell


12003925_1142633509098325_7187590030045743726_n

Quando erano marines, Jim e Cal dipesero l’uno dall’altro per uscire vivi dalla carneficina e dalla disperazione nel Pacifico.

Sollevato di potersi lasciare alle spalle gli orrori della guerra, Jim è tornato al suo frutteto e alla vita tranquilla di padre di famiglia.

Consapevole che l’amico non avrebbe mai potuto ricambiare i suoi sentimenti proibiti, Cal spera che il tempo e l’oceano tra di loro attenui il desiderio che prova per lui.

Ma alla morte della moglie di Jim, Cal raggiunge l’amico per dargli una mano. Non sa nulla di mele né di bambini, ma vuole stargli vicino a tutti i costi, anche se la fiamma che lo tormenta si riaccende in lui.

Jim gli è grato per il sostegno che gli dà mentre lotta con i sentimenti repressi e i terribili ricordi della guerra.

Poi, quando inizia a vederlo con occhi diversi, il loro rapporto diventa intimo come mai avrebbero immaginato.

Riusciranno a costruirsi una vita insieme come una famiglia e a trovare la felicità in un mondo che li condanna?

12039410_1142633489098327_4135367336217358776_n

Credo che in me, tra le molte personalità, alberghi anche un uomo medio degli anni ’50. Adoro i film di guerra. Adoro le storie di guerra e soprattutto sulla seconda guerra mondiale. Ma questo credo dipenda più dalla mia anima da giustiziera che crede fermamente nel “non dimenticare per non commettere gli stessi errori”.

Tutto questo per dire? Per dire che mi è piaciuto molto questo romanzo. Mi è piaciuto il modo in cui è stata spiegata la storia. Un capitolo al presente e un capitolo al passato. Così da svelare i caratteri e i perché a poco a poco.

È diviso in tre parti che io chiamerei “scoperta”, “negazione” e “accettazione”.

I nostri protagonisti hanno personalità diverse, provengono da estrazioni sociali agli antipodi – Jim possiede un meleto ed è figlio di agricoltori, Cal è il figlio di un banchiere e, come lo chiameremo ora, figlio della upper east di NYC – e se non fosse che vivono a 3 ore l’uno dall’altro sembrerebbe che uno venga dalla Luna e l’altro da Marte. Ah, Jim è sposato e ha moglie e figlia di 2 anni a casa, mentre Cal, anche se non pubblicamente dichiarato –siamo sempre nel ’42, la sodomia è un reato e ci puoi crepare serenamente – è omosessuale e vive la sua sessualità con serenità. Se non ci fosse stata la chiamata alle armi – anche quella effettuata per motivi completamente diversi – molto probabilmente le loro strade non si sarebbero mai né unite né tantomeno intrecciate. Ma si sa, la guerra e la politica creano strane alleanze.

Jim e Cal si conoscono sul treno che porta al campo di addestramento di Parris Island per diventare dei Marines e andare a combattere i giappo, come li chiamano loro.

Ho detto che amo i film di guerra? Ecco, io amo anche i film contro la guerra. Lo so, tesi e antitesi tutto in un unico pacchetto. Uno dei miei must totali e inconfutabili è lui, Full Metal Jacket. Dove voglio andare a parare? A lui, al Sergente Hartman. Non siamo al suo livello, ma Cal è il palla di lardo della situazione. Tartassato, punito, vessato. Ma, a differenza di palla di lardo, Cal non sbrocca, anzi, diventa un buon Marine e soprattutto un tiratore scelto. Non si è trasformato in un palla di lardo ante litteram per una semplice ragione. Jim.

Jim che al reclutamento trema al pensiero di essere separato dal suo nuovo amico Cal. Jim che va a cercare Cal quando non lo vede durante il rancio e gli fa compagnia mentre pulisce le latrine col suo spazzolino, per poi scappare a cenare e fargli trovare un panino sotto il cuscino. Jim che dorme abbracciato a Cal durante le esercitazioni nella palude perché con una sola coperta fa freddo, mentre unendo le forze ci si scalda di più. Jim che una notte, non riuscendo a dormire senza Cal (si ma perché sentiva freddo, mica per altro), lo va a cercare rischiando una seria punizione e lo trova che sta scontando l’ennesima punizione inflittagli dal Sergente Tyrell. Jim che continua a dire a Cal quanto gli manchi Sophie, la figlioletta.

E Cal? Cal è inesorabilmente e totalmente innamorato di Jim. Ma non ha mai detto o fatto nulla per fargli capire i suoi sentimenti. Ha solo fatto quello che doveva. Ha cercato di proteggere in tutti i modi possibili l’amore della sua vita dalle brutture ,fisiche e psicologiche , che una guerra inevitabilmente comporta.

La storia non si svolge in Europa, siamo nel ’42, dopo Pearl Harbor, tutto si è sposato più a Est. In Oceania per quanto concerne i nostri. Un po' di isole sparse nel nulla, Australia e poi il peggio, Okinawa.

All’inizio ho detto che i capitoli sono divisi tra ieri e oggi. Ma l’oggi, che anno è? È il ’48. La guerra è finita e loro sono rientrati a casa da 3 anni. Tre anni che hanno portato a dei cambiamenti. Soprattutto per Jim. Ha avuto un altro figlio, Adam, ma soprattutto la moglie è morta. È morta in un incidente automobilistico da sola, di notte. E Cal, che è stato lontano da Jim e dai sentimenti che provava per lui per tre lunghi anni, molla tutto e parte per Tivoli, NY, per andare ad aiutare l’amico in difficoltà. Si, perché anche l’aiutante, quello che era lì dai tempi in cui il padre di Jim era il proprietario del meleto, ha lasciato il lavoro dall’oggi al domani.

E Cal sa, lo sa fin nel profondo, che quando rivedrà Jim tutti i suoi sentimenti torneranno a galla con la potenza di un geyser, ma non può voltargli le spalle.

Man mano che procede la lettura abbiamo un crescendo di freddo, angoscia, dolore, insensatezza quando leggiamo i capitoli nel ’42 e un crescendo di desiderio, insicurezza, realizzazione, negazione, amore che ve lo lascio scoprire da sole.

L’ho trovato un libro bellissimo, romantico, non è un gay for you, è un “ma allora non era perché credevo di avere qualcosa che non andava, era proprio la persona sbagliata”. È straziante perché vediamo come i soldati, quelle persone che ci hanno dato la possibilità di vivere in questo mondo sacrificando la loro vita, non dovevano combattere solo contro un nemico, che la malnutrizione, il disagio psicologico e le malattie possono far più danni di un giappo qualsiasi. È straziante per il dolore di Cal nel vedere e non poter toccare il suo amore, è straziante per Jim che si accorge che non ha mai amato la moglie, non come ama i figli e assolutamente senza paragone rispetto all’amore che prova per Cal. Anche quando lo considerava solo come un amico. Non saranno tutte rose e fiori, ci saranno molte lacrime e sangue, sarà anche complicato il rapporto tra Cal e Sophie, che vi dirò a un certo punto l'avrei presa a male parole, però… Però l'amore e le famiglie sono così, dolcemente complicate parafrasando Mannoia – Ruggeri e a riprova della mia affermazione, concludo con una frase detta da Cal:

«Non ho bisogno della perfezione.» Strusciarono l’uno il naso contro l’altro. «Ho bisogno di te.»

Consiglio questo libro a chiunque. Veramente appassionante e anche ben scritto.

Voto finale? 5 arcobaleni


5 arcobaleni


May the multicolor be with you


***

Nessun commento:

Posta un commento