7 ott 2015

RainbowRecensione: "D'amore & d'accordo" di Abigail Roux.

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TITOLO: D'amore e d'accordo


TITOLO ORIGINALE: Armed and Dangerous


SERIE: Armi & Bagagli – Cut & Run Vol.5


AUTORE: Abigail Roux


CASA EDITRICE: Dreamspinner Press


TRADUZIONE: Martina Nealli


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Abbandonato a Baltimora dal suo imprevedibile partner, l’agente speciale Zane Garrett non trova di meglio che sfogare la rabbia su qualunque cosa incontri sul proprio cammino – finché non gli viene ordinato di recarsi a Chicago per assistere un collega durante un’operazione sotto copertura. L’ultima cosa che si aspetta è di trovarvi proprio il partner fuggitivo, l’agente speciale Ty Grady. La missione per cui sono stati inviati, ossia recuperare un informatore ed ex-agente della CIA di nome Julian Cross, si prospetta improvvisamente più difficile.


Ex-marine e uomo chiave del Bureau, Ty ha un debole per i tiri mancini – tratto su cui Zane può ampiamente testimoniare. Reduce da un passato tormentato, Zane viveva solo per il lavoro, ma finalmente sta iniziando a comprendere che i lutti di un tempo non devono necessariamente gettare ombra sul futuro. I due uomini sono compagni di squadra, amici, amanti, nonché la scelta perfetta per quel genere di lavoretti insoliti. Ora, con al seguito Cross e quell’ingenuo del suo ragazzo, Cameron Jacobs, dovranno affrontare gli ostacoli di un viaggio attraverso il paese – incluse imbarazzanti perquisizioni aeroportuali, tempeste di neve, prigionieri assai poco collaborativi, squadroni di killer della CIA, carenza estrema di sonno e caffeina… e loro stessi. Ty e Zane sono determinati a scortare Cross fino a Washington, ma cominciano a dubitare di poterne uscire vivi.


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Questo è il quinto romanzo della serie ed è diverso dai precedenti per due motivi:





  1. È il primo scritto interamente dalla Roux




  2. I co-protagonisti li abbiamo conosciuti e amati in un altro libro del duo Urban&Roux, e cioè “La croce del guerriero”




Se non avete letto i precedenti andate subito a rimediare perché le dinamiche della coppia sono complicate, belle e appassionanti.


Sembrava – e il condizionale con i due è d’obbligo – che tutto si fosse in qualche modo sistemato, Zane aveva finalmente detto a Ty di amarlo, e invece? Invece Zane si sveglia una mattina e al posto di Ty trova un biglietto. È un attimo per Zane ricadere in quella sua spirale incazzoso-autodistruttiva che lo contraddistingue, ma il lavoro è lavoro e quando Burns gli ordina di partire subito per una missione e andare a fare da supporto, deve chiudere dubbi, paranoie, cuore malconcio in un compartimento stagno e lasciare la melancolia per dopo.


Ma... Avete capito no? Esatto! Zane dovrà far da supporto proprio a Ty, che sì era scappato perché a volte scappare era l’unico mio per non uscire di testa, ma aveva tutte le intenzioni di tornare. Perché Ty, finalmente, ha smesso di scappare dai sentimenti che prova per Zane.


Lo ama, tanto. Glielo dice, ma soprattutto glielo dimostra.


I due agenti dell’FBI non sono le due persone più espansive sulla faccia della terra, ma a volte tocca mettere da parte orgoglio, insicurezze, paura di esporsi ed esprimersi e far capire al tuo compagno, di lavoro e vita, che l’altro è esattamente tutto ciò che uno ha bisogno per funzionare. Che è l’unica persona per cui valga la pena vivere e lottare.


L’espressione di pura meraviglia di Zane di fronte al bacio e allo sguardo brillante di gioia di Ty è qualcosa di tenero e stupendo allo stesso tempo. Vedere una persona così dura, rigida, compassata e che non ha paura di nulla a parte i demoni che gli infestano il sonno, sciogliersi per uno sguardo d’amore è bellissimo. Zane sa che Ty lo vuole, sa che si fida di lui nel lavoro e nella vita, sa di essere amato, ma in qualche modo è un pensiero astratto. Un po' come sai che la terra è tonda (è un geode, ogni volta che sento dire tonda io mi metto a correggere chiunque, TV compresa, quindi mi autocorreggo perché è un riflesso pavloviano), ma non ne hai prova tangibile non essendo un astronauta, o un satellite. Però quando Ty vede che il suo supporto è Zane, vede che LUI è lì, quello sguardo di inconfondibile gioia è LA prova. Ty lo ama, ama proprio lui, il burbero agente con gravi problemi di dipendenza e fiducia alle spalle.


State chiedendo della missione? È un lavoretto semplice semplice, prendere in custodia l’ex agente CIA conosciuto con il nome di Julian Cross e portarlo al bureau, a Washington.


Semplice per due come loro, no?


Sì sì, certo certo. Semplice come per me fare un triplo carpiato su un trampolino da 10 metri.


Julian sa che se Langley, o una qualsiasi altra agenzia governativa, mette le mani su di lui è la fine. È l’unico testimone in vita di uno sporco affare che riguarda un pezzo grosso della CIA e quindi ha un bersaglio attaccato fronte/retro/tutt’intorno, per questo, assieme a Cam, mantiene un basso profilo, orecchie ben aperte e un piano di fuga pronto per l’uso.


Il punto di forza di questo libro a parte l’ottima scrittura della Ruex, a parte le carismatiche personalità dei protagonisti e dei co-protagonisti o l’intera trama che ti tiene sempre attaccata pagina dopo pagina?


Decisamente i dialoghi. Gli scambi di battute sono sempre stupendi. Sia che riguardino la costruzione di un solido rapporto tra due menti malsane – Ty&Zane se non lo avevate capito – o le dichiarazioni di amore eterno e totale devozione di Julian a Cam (e non con parole sdolcinate, altrimenti Jules non ci piacerebbe così tanto) o le scaramucce da bambini dell’asilo tra Ty e Jules.


Oh sì, questi sono in assoluto i miei dialoghi preferiti. Soprattutto perché Ty e Jules sono talmente uguali per modo di fare, pensare, agire e per esperienze pregresse, che sembrano gemelli pestiferi separati alla nascita.


C'è uno scambio di battute fra i quattro, quando avevano smesso di combattere fra loro e avevano unito le forze per combattere chi effettivamente cercava di far loro del male, che spiega a perfezione – più delle mie parole – com'è il libro, come sono i protagonisti e dell'ironia che caratterizza tutti i dialoghi. Il pezzo è lunghetto anche se tagliuzzato un po' qua e un po' là, ma ne vale la pena.


Cameron scosse la testa. “Sei come uno squalo. Quando vai in giro, tutti i pesciolini si allontanano.”


Julian si guardò intorno pensieroso. Ty cominciò a ridacchiare, e l’altro si voltò a guardarlo.


Apprezzo la sagacia dell’osservazione,” gli disse Julian con voce sommessa, “ma la teoria ha una falla.”


Uno squalo, per quanto appaia minaccioso ai nostri occhi, non si presenta ai pesciolini come una minaccia. Noi sappiamo di cos’è capace; loro no.”


Alle sue spalle, Ty si strofinò gli occhi. “Cazzo, devo dargli ragione.”


L’agente sollevò lo sguardo e indicò lo spazio intorno a loro. “Gli squali mangiano i pesci, giusto? O le foche, o... quel che è. Ma se le foche avessero paura di loro, gli squali non riuscirebbero nemmeno ad avvicinarsi.”


Julian stava annuendo, e sembrava piuttosto sorpreso che Ty sapesse a cosa si riferiva. “Il senso è che la preda scappa all’istante se identifica il predatore come pericolo. Quindi lo squalo regola il proprio comportamento. Per la maggior parte del tempo, nuota pacifico in mezzo ai banchi di pesci, senza causare problemi, senza mai risultare pericoloso – in sostanza passa inosservato fra le sue stesse prede.”


Cameron spostò lo sguardo da uno all’altro. “Allora... se non sei uno squalo, che cosa sei?”


Julian fece una smorfia, e con sua somma sorpresa, arrossì e abbassò la testa. “Mi sono sempre sentito più affine ai leoni,” mormorò.


Ci sta,” fece Ty allontanandosi dal bancone così che Cameron potesse vederlo meglio.


Non sono convinto,” disse lui, incrociando le braccia. Guardò Zane alle sue spalle. “A te Julian sembra un leone?”


Mi rifiuto di partecipare alla conversazione sulla base di una radicata stupidità dell’argomento,” ribatté Zane, scimmiottando le espressioni verbali di Julian, prima di avvicinarsi per ordinare.


I felini sono gli unici predatori della terra che cacciano per gioco,” spiegò Ty quasi con allegria.


Cameron alzò gli occhi al cielo. “Perché́ un leone, Julian?”


Sono grandi e territoriali. Sono temuti a vista, sia che caccino sia che prendano il sole. Sfruttano i fattori ambientali per inseguire e uccidere le prede. E di tanto in tanto, uno si stacca dal branco.”


E comincia a uccidere per gioco,” concluse Ty con un gesto plateale.


[…]


Julian si voltò a studiarlo. Poi annuì, come se avesse capito tutto. “Vedi, Cameron, di noi quattro il vero squalo è l’agente Grady.”


Ty sembrò offeso.


Cameron strinse gli occhi, scrutando l’agente e cercando di confrontare le informazioni che aveva su di lui con la descrizione degli squali fornita da Julian. Questi e Zane si voltarono, l’aspetto imponente e tenebroso e l’aria meditabonda. Erano entrambi impassibili, sempre controllati. Come squali che pattugliano il territorio. Ty al confronto somigliava più̀ a un grosso cucciolo – i movimenti rilassati, la battuta pronta, il bel viso sincero e sorridente.


Forse aveva ragione Julian.


[…]


Cameron si concentrò su Zane. “E lui?”


Sono nato nell’anno del cavallo,” disse Zane. Era appoggiato al bancone, in attesa dell’ordine.


Non sei per niente un cavallo,” ribatté Ty, che a quel punto sembrava sinceramente offeso dalla conversazione.


Magari... un orso. Un bel grizzly,” propose Cameron.


Un orso ci sta,” concordò Julian.


Un orso?” Zane fece spallucce. “Poteva andarmi peggio.”


Ty rimase in silenzio a scrutarlo. “Oh!” esclamò all’improvviso, indicandolo col dito. “È un elefante!”


Julian spostò lo sguardo da uno all’altro, quasi ridendo, ma poi annuì, come se fosse sorpreso. “È... inquietante ma azzeccato.”


Quando vide l’espressione di Zane, Cameron scoppiò a ridere. L’agente fissava il partner con la faccia sconvolta. “Un elefante?”


Quei cosi ti ammazzano con niente,” spiegò Ty, la voce rotta dalla risata.


Per quanto detesti concordare con lui,” mormorò Julian, indicando Ty con una smorfia.


Un elefante?” ripeté Zane. “Che diavolo?”


Quando perdono le staffe fanno delle vere e proprie stragi,” proseguì Ty, il tono impudente ma gli occhi che scintillavano.


Zane incrociò le braccia, indispettito.


Cameron si schiarì la voce e fischiettò. Julian stava disperatamente tentando di non ridere.


Gli elefanti sono creature imprevedibili,” stava continuando Ty, la voce bassa e falsamente sincera.


Zane inclinò la testa di lato. “Non mi dire.”


Per tirare le somme posso affermare che: la scrittura è, come sempre, di buon livello, la storia è intrigante e sempre con la giusta dose di tensione, i protagonisti sono sempre perfetti nel loro essere completamente imperfetti.


Voto? 5 arcobaleni!


5 arcobaleni


May the multicolor be with you


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