14 lug 2015

RainbowRecensione: "Al sicuro" di C. Grant & L.A. Witt.

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DATA DI PUBBLICAZIONE 26 GIUGNO

TITOLO: Al Sicuro

TITOLO ORIGINALE: Guarded

AUTORE: Cat Grant & L.A. Witt

CASA EDITRICE: Triskell

SINOSSI (Tratta dal sito Triskell):

A prima vista, la rock star Jordan Kane ha tutto. La sua band, No Rules, sta scalando le classifiche ed è impegnata in un tour mondiale. La sua guardia del corpo funge anche da compagno un po’ perverso che sa esattamente cosa vuole Jordan e cosa dargli. Ma, dietro le quinte, Jordan si sente soffocare.

Jase Hewitt mai avrebbe immaginato di avere la possibilità di portarsi a letto la rock star – men che meno di dominarla – ma adesso è preoccupato che ciò possa comportare più di quanto non riesca a gestire. Le perversioni di Jordan sono profonde, oscure, a volte pericolose, e il desiderio di Jase di compiacerlo è in conflitto con quello di proteggerlo.

Potrebbero trovare una sorta di equilibrio tra ciò che Jordan vuole e ciò che Jase è disposto a dare, ma c’è un problema: Daniel. Migliore amico d’infanzia di Jordan, talentuoso chitarrista della band, instabile, tossicodipendente. Jordan è determinato a salvare Daniel da se stesso, ma Jase ha già avuto un’esperienza simile e vuole disperatamente proteggere Jordan dal dolore inevitabile di guardare un tossico autodistruggersi.

Quando Daniel prende di nuovo una brutta strada, Jordan interrompe il tour per aiutarlo. La tensione sale alle stelle all’interno della band e la pressione della casa discografica spedisce Jordan in una spirale oscura. Ora la sua band e la sua vita sono in equilibrio sul filo del rasoio, e Jase è l’unico che può aiutarlo… ma solo se gli echi del suo passato tragico non lo faranno crollare prima.

LA MIA OPINIONE:

Come si può descrivere questo libro in sole quattro parole? Semplice.

Non. È. Per. Tutti.

Voi amanti del puro romanticismo, che il massimo del problema che vorreste la coppia affrontasse è "chi sta sotto?", questo libro non lo leggerete, o al massimo non lo apprezzerete.

Voi che non amate il BDSM, non inteso come un " 'o famo strano" o "ti passo un cubetto di ghiaccio intinto nel Cointreau sulla pancia dopo di che ti sc*** bendata" (sì, stavo citando gli Elii. Solo citazione colte qui), ma nella sua accezione più psicologica. Si parla di dominazione, di “tu fai tutto quello che io ti dico, tu ti appoggi totalmente a me perché mi appartieni e io so cos'è meglio per te”.

Chi rimane? Tutta quella fascia di lettori che amano i drammi, i problemi relazionali e i conflitti più o meno irrisolti.

In questo libro la fa da padrone la dipendenza. In qualsiasi modo e forma.

La dipendenza di Daniel dalle droghe e da Jordan. Il loro è il vero rapporto disfunzionale: amici fin da piccoli, Jordan è stato il salvatore – da una vita fatta di genitori affidatari – di Daniel. Loro sono la spina dorsale, il nucleo fondatore della band. Da migliori amici ad amanti. E poi i ruoli si sono invertiti. Quando la band inizia ad avere successo, è Jordy quello non in grado di sopportare la pressione e si ritrova, spesso e volentieri, stordito da alcool e droghe. È Daniel a salvarlo.

Ma, a volte, quando tutto attorno a te è troppo intenso e tu non hai una corazza spessa che ti permette di passare indenne, i rapporti si deteriorano.

Jordan inizia a cercare l’oblio con qualsiasi corpo disponibile. E quando parlo di oblio intendo proprio che a Jordy piace che qualcuno faccia pressione sulla sua carotide, fino al completo stordimento. Fino a non sentire più nulla. Nessun rumore, nessuna voce, nessun obbligo, nessuna richiesta. Nulla.

E le cose continuano così per molto, molto tempo. Con il letto di Jordy paragonabile ad una porta girevole e Daniel o strafatto o in entrata/uscita da una clinica disintossicante.

A quel punto era abbastanza chiaro che Daniel non avrebbe avuto nessuna parte nel salvarmi. Ma avrebbe potuto decisamente finirmi se avessi aspettato abbastanza. Per quanto riguardava salvarlo, era davvero possibile salvare qualcuno così deciso a distruggersi?

 Finché non entra in gioco un terzo incomodo, la nuova guardia del corpo di Jordan, Jase.

Jase, fan della prima ora della band; Jase a cui hanno raccontato un po' di retroscena piccanti sulla vita privata di Jordan; Jase che è cotto di Jordan; Jase che è anche un dom.

Quando iniziano una relazione capisce subito le necessità di Jordan. E non parlo solo delle necessità note: Jase sente che Jordan è un masochista nato e che sente il bisogno, profondo, che qualcuno si prenda cura di lui. Che gli faccia capire esattamente cosa gli manchi e di cosa necessiti.

Detto tra noi, non impazzisco per il BDSM, però, per la prima volta, ho finalmente capito un po' di dominazione e subspazio.

La “prima volta” di Jordan è bella tosta. Non per i colpi inferti, ma per com’è strutturata. Già solo alla consegna del collare sentivo una tensione palpabile. La scena è potente perché si capiscono perfettamente le psicologie del dominatore e del sottomesso. Si capisce esattamente quando Jordan entra nel subspazio e perché ne senta così tanto bisogno. Non vi dirò cosa succede, perché raccontarla a sommi capi è rovinarla. Non se ne capirebbe il pathos.

Però posso citarvi un passaggio, che forse farà capire il rapporto tra dom/sub:

Quello che importava era che il dolore veniva da lui. Lui me lo aveva dato. Lui voleva che io lo avessi, che gli camminassi attraverso e ne uscissi dalla parte opposta più forte e determinato.

E io lo volevo, dannazione. Perché era quello che voleva lui.

Definire questo romanzo come una serie di rapporti interpersonali complessi, è estremamente riduttivo.

Jordan/Daniel/Jase /il resto della band/il produttore: dipendono gli uni dagli altri in un giro di vite, compromessi, falsità che possono ben rappresentare l’effimerità di alcuni rapporti e dello showbiz.

Lo si potrebbe definire un romanzo a lieto fine, ma a che prezzo! Come in molti casi nella vita vera, si tocca il fondo, e una volta che lo si è toccato, ci si impegna per scavare ancora più a fondo. Ma alla fine le cose si sistemano.

Jordan accetta se stesso, non l’essere sub, ma il suo passato e il suo presente. Perché è l’unico modo per avere un futuro.

La faccia di Daniel passò come un flash nella mia mente. La faccia di Mark. Di Evan. Una parata infinita di ragazzi che erano entrati e usciti dal mio letto, e tutti loro che mi avevano causato fin troppo dolore. Almeno, il dolore che mi faceva provare Jase era puramente fisico. Mi aveva risollevato, aiutato a districarmi nella montagna di merda che era la mia vita. Se quello non era amore – il tipo che durava, non il tipo che mi aveva distrutto – non lo avrei voluto nemmeno io.

Giudizio finale? 4 arcobaleni.

4 arcobaleni

May the rainbow be with you!


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