28 giu 2015

Recensione di " Dove finisce il cielo" di Gaby Crumb.

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TITOLO: Dove finisce il cielo


AUTORE: Gaby Crumb


CASA EDITRICE: Triskell Edizioni


SCARICABILE GRATUITAMENTE QUI


www.triskelledizioni.it/prodotto/dove-finisce-il-cielo-gaby-crumb/


SINOSSI (dal sito dell’editore):


Niente avrebbe mai potuto separare Jake e Mark. Tranne la morte.


Jake ha amato sempre e solo Mark, da quando aveva sedici anni. Ma un incidente cambia tutto. Quell’incidente che li separa per sempre. Jake deve passo dopo passo, giorno dopo giorno, affrontare il lutto, il dolore della perdita e ricominciare a vivere. Non è da solo però in questo cammino. Accanto a lui, Sam. Amico di entrambi, Sam, sarà per Jake non solo un amico ma un’ancora.


A lungo andare, però, la vicinanza di Sam diventerà ben più della semplice amicizia per Jake, che dovrà affrontare la confusione di amare due persone contemporaneamente. Una che non potrà più avere ma che rimarrà per sempre dentro il suo cuore e l’altra che nel suo cuore vi è entrata in punta di piedi travolgendolo e facendolo sentire di nuovo vivo. E servirà un periodo di lontananza e un uomo nuovo nella vita di Sam per far capire definitivamente a Jake che il suo cuore batte ancora, che è di nuovo, dopo tanto tempo, pronto ad amare.


LA MIA OPINIONE:


IO ODIO I RACCONTI! Inizierò la mia recensione proprio così: io odio i racconti. Li detesto. Li aborro. Mi-fanno-schifo! Il problema è che anche mi piacciono… Vedete, nei racconti la storia è per definizione più breve rispetto a un romanzo, e l’autore è costretto a operare dei tagli: o sceglie una trama semplice semplice, quasi basilare, che lascia un po’ l’amaro in bocca, oppure opta per una trama corposa ma evita di approfondire, e i lettori si ritrovano a mangiarsi le mani perché vogliono sapere. Quest’ultimo è il caso di “Dove finisce il cielo”: l’autrice, l’italianissima Gaby Crumb, ha scelto una trama non facile, e il racconto inizia proprio con la morte di Mark, lasciando Jake nella disperazione più totale. Mark è tutto per Jake: migliore amico, primo amore, compagno di vita, mentre ora è solo una lapide con cui parlare. La prima parte del racconto ci mostra come Jake affronti la devastazione che è diventata la sua vita, il dolore costante e lacerante per la perdita del suo Mark. Ma anche la ripresa, faticosa e spaventosa, il ricostruirsi una vita a partire dalle piccole cose. Una delle scene che ho più apprezzato è stato proprio la prima visita al supermercato di Jake, dove era solito andare con Mark: improvvisamente solo, con la compassione di chi lo conosceva da una vita e ci teneva a dare il proprio conforto, senza rendersi conto di quanto quel conforto facesse male a Jake. Alcuni per curiosità, altri per reale interesse, tutti si sentono in dovere o in diritto di chiederti come stai, come te la stai cavando. Tutti sentono di doverti dire che il tempo non cancella il dolore della perdita ma che lo smorza, fino a non fartelo quasi sentire. Se poi la persona che hai perso era giovane, allora si innesca in loro quel senso di pietà e commozione. Per cui ti piangono davanti scusandosi, se così facendo, fanno piangere anche te. Eppure a poco a poco il dolore si smorza, il passato diventa presente e si riesce quasi a intravedere il proprio futuro. Ed è a questo punto che nella storia arriva Sam. O forse è meglio dire che la storia si focalizza su Sam, l’amico di sempre, colui che ha raccattato i pezzi del cuore di Jake e li ha tenuti da parte, aspettando che il dolore passasse nell’amico e tornasse a vivere. Sam non è il classico amico da sempre innamorato del protagonista; anche lui è rimasto sconvolto dalla morte di Mark, anche lui ne ha sofferto, e anche lui è rimasto spiazzato dal sentimento che sente dentro di sé. E così quando entrambi si rendono conto che quell’amicizia, quella consolazione che si offrivano, era qualcosa di più… Tradimento. Entrambi si sentono colpevoli, anche se sono i primi a sapere che Mark vorrebbe solo vederli felici. Naturalmente non vi dico come va a finire, vi toccherà leggere! Bene, finora vi ho detto cosa mi è piaciuto, ma purtroppo non ho finito qui. Ricordate come ho esordito? Io odio i racconti! E questo non è da meno, pur amandolo anche: molte parti del racconto sono trattate con velocità, senza soffermarsi a lungo. La cosa mi è pesata particolarmente nella scena con i vari genitori (non vi dirò cosa succede nello specifico), quando avrei preferito venissero spese alcune parole in più. Naturalmente succede in tutti i racconti e non ne faccio una colpa all’autrice. Anche se la andrò a cercare e la costringerò a farne un romanzo da minimo 400 pagine. Una specie di “Misery non deve morire – M/M edition”. Per quanto riguarda lo stile dell’autrice, ho un appunto: per tutto il racconto mi è sembrato che Jake non vivesse in prima persona gli eventi, ma li raccontasse in un secondo momento. Non mi è piaciuto molto, ma immagino sia gusto personale. Così come avrei preferito che i due si ritrovassero a affrontare più problemi come coppia, specie con i genitori di Mark. Ma anche qui: gusto mio personale. In definitiva 3 arcobaleni e mezzo. Ne avrei dati 4 senza pensarci due volte, se il racconto fosse stato più lungo e quindi approfondito. Spero solo che l’autrice si butti su qualcosa di più lungo, se non altro per il suo bene… *risata diabolica* 3,5 arcobaleni 10400011_1085071394854537_4562624582996413233_n

         Recensione della nostra donna del mistero Pinkie. 









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2 commenti:

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